L’effetto di quello che le cronache hanno spannometricamente già consegnato alla storia come lo ‘stupro di massa di Colonia, ad opera di 1.000 immigrati’, è una massiccia alzata di bandiere bianche tra coloro che fino a ieri difendevano, anche di fronte al biblico fenomeno migratorio, le ragioni dell’accoglienza e dell’integrazione. Ora, di fronte al nuovo affresco che dipinge l’equazione che mancava (dopo migranti=criminali e musulmani=terroristi, il trittico viene completato con un bel immigrati=stupratori), prende corpo un esercito in piena ritirata culturale e politica. Un esercito spannometricamente definibile di centrosinistra o sinistra, stanco di essere etichettato come buonista o ideologicamente cieco e che, quasi con liberazione, si sta consegnando nelle mani di chi usa la verga come irrinunciabile strumento per la soluzione della questione migratoria.
Per chi invece decide di resistere, non per partito preso ma per volontà di usare la ragione e non la verga, esistono a mio avviso alcuni argomenti da avanzare senza arretramenti.
1. Innanzitutto, chi ha commesso, dai palpeggiamenti ai furti agli stupri, i reati denunciati nella notte di capodanno a Colonia, è un maschio delinquente. In quanto tale va condannato e punito con tutte le misure a disposizione.
2. Il maschio delinquente che si macchia di reati contro la vita e la dignità della donna è una figura che attraversa ogni razza, latitudine, religione e ceto sociale. Gli uomini che odiano le donne hanno molteplici facce, abitano tanto nella civilissima Scandinavia quanto nell’appartamento che si affaccia sul nostro pianerottolo. Sono l’italianissimo fidanzato assassino perché cresciuto culturalmente in un brodo di cieco possesso, sono il padre-padrone pakistano che mette sotto chiave la figlia, sono il marito magrebino che picchia la moglie. Mescolando tranquillamente a caso gli elementi, la casistica è infinita.
3. Gli assassini, gli stupratori, i molestatori, gli umiliatori di donne non sono dunque immigrati. Perché sono ovunque. Sono semplicemente maschi delinquenti. Senza frontiere.
4. L’equiparazione immigrati=stupratori è delinquenziale. Viene montata ad arte dando l’illusione che, attraverso le espulsioni di massa, si potrà risolvere in casa propria sia il problema migratorio che quello delle violenze sulle donne. E’ delinquenziale perché crea una copertura perfetta ai maschi delinquenti che non sono immigrati. Di fatto, questa operazione politica diventa uno strumento di rimozione delle colpe storiche, culturali e personali che i maschi indigeni ‘puro sangue’ hanno in tema di violenza e discriminazione nei confronti delle donne. Una rimozione-occultamento che peraltro gli italiani hanno già praticato ampiamente, cancellando dalla memoria le vergognose pagine colonialiste che in Africa, dalla Libia all’Etiopia all’Eritrea, ci hanno visti protagonisti di eccidi, stupri e violenze contro le donne.
5. Cedere alla destra e al populismo anti-immigrazione significa quindi accettare anche la rimozione e l’arretramento su tutta una serie di battaglie civili e politiche costanti che sono state fatte e che vengono fatte in Italia, dalle donne ma anche da uomini, per la conquista e la difesa di libertà, diritti e dignità delle donne. Abbandonarsi infatti alla caccia agli stregoni, condotta in nome di una battaglia contro culture straniere che non rispettano le donne, significa negare il senso di battaglie condotte contro una cultura violenta e maschilista tutta italiana.
Cedere a tutto questo sarebbe una sconfitta di civiltà.