(S) Ballottaggio.

Pronti per il Ballottaggio?

 I veneziani (pochi) sono andati a votare il 31 maggio scorso per scegliere un nuovo Sindaco ed una nuova Giunta per il Comune di Venezia, dopo un anno di commissariamento a seguito dell’arresto di Giorgio Orsoni, coinvolto nello scandalo Mose per aver ricevuto fondi neri per la sua campagna elettorale nel 2010, che lo aveva visto prevalere al primo turno contro lo sfidante ed ex Ministro Renato Brunetta.

Questa volta, il Partito Democratico ha dovuto fare i conti con la realtà: da un lato lo tsunami Zaia, dall’altro gli scandali che hanno toccato Orsoni non hanno di certo aiutato, nonostante il fatto che alle elezioni europee del 2014 in Veneto il PD aveva fatto il pieno: segnale che l’elettore cambia la propria preferenza di continuo ed è imprevedibile e che l’effetto Renzi si è sgonfiato come un palloncino pieno di elio che da mesi vagava nel cielo. Un astensionismo in città forte, che non si vedeva da molto tempo: di certo lo scandalo Orsoni ha agevolato i dubbi amletici degli elettori e molti, anche grazie al ponte festivo, piuttosto che turarsi il naso da una parte o dall’altra hanno scelto la spiaggia o la montagna: come biasimarli?

Prima di parlare delle elezioni comunali, giusto una nota sulla regione. Cacciari, Bortolussi e ora la Moretti: il Partito Democratico alla regione Veneto lo vedremo sempre più con il binocolo. La candidata Alessandra Moretti è stata snobbata da tutti, nessuno di fatto ha mai preso in considerazione Ladylike: Zaia ha avuto gioco facile contro una candidata che neppure nella sua città, ovvero Vicenza (dove è stata Vicesindaco nella giunta Variati) ha superato il 21%. Suicidio politico tutto veneziano quello consumato in casa PD che vedeva due riciclati della giunta Orsoni a contendersi una poltrona a Palazzo Balbi: Sandro Simionato (ex vicesindaco) VS Tiziana Agostini (ex assessora). Nomi di peso ma che hanno avuto l’effetto di annullarsi a vicenda: non è che manca una strategia politica dentro il PD? Errori di questo tipo, proprio loro che tra poltrone e palazzi ci sguazzano che è un piacere, avrebbero dovuto prevedere.

Tornando a Venezia, La “battaglia” è iniziata subito dopo l’esito delle elezioni, ovvero con Casson che non ha sfondato e che un po’ prevedibilmente si è ritrovato a contendersi Ca’ Farsetti con il “Berlusconide noantri, ovvero Luigi Brugnaro, che al posto di Mediaset è presidente dell’agenzia interinale Umana e che invece del Milan è proprietario della Reyer, squadra di Basket cittadina in corsa per lo scudetto 2015.

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Simone Venturini mentre partecipa alle letture delle sentinelle in piedi.

Lo scettro di mr. preferenze 2015 è andato al compagno (di partito) di Ugo Bergamo:
Simone Venturini ha fatto il salto della quaglia passando dalla maggioranza di Orsoni alla ribalta di Brugnaro. Evidentemente essere dei camaleonti della politica paga, anche aderire ad una delle iniziative più insulse della storia come quella delle sentinelle in piedi, ma questa evidentemente è l’aria che tira, ovvero un razzismo e omofobia imperante che si divide tra le ruspe di Salvini e i sorrisi sornioni e omofobi dei finti moderati che leggono libri che non passeranno di certo alla storia (tipo quelli di Bruno Vespa).

Il più votato nella lista Casson è stato il giornalista in aspettativa Nicola Pellicani: calato in cima alla lista del suo contendente dopo la debacle elettorale delle primarie, (evidentemente lanciare improperi e accuse di incapacità proprio a Casson sono serviti) è riuscito a rastrellare i voti di chi Casson non lo voleva votare, o forse no: lo scopriremo il 14 giugno.

Fatto sta che voci di corridoio parlano di voltagabbana nella sua stessa lista pronti ad abbandonare il senatore del Partito Democratico: l’aria in casa del Centro Sinistra si è fatta pesante e le analisi politiche si sprecano, con chi mette in campo 15 buoni motivi per non votare Brugnaro, o l’articolo di Tommaso Cacciari e Marco Baravalle   e non manca  lo scrittore Roberto Ferrucci che mette nero su bianco tutti i mali che potrebbero arrivare dal voto consegnato nelle mani della destra.

Brugnaro, da bravo imprenditore e volpone del marketing ha messo mano al portafogli, ha riempito Venezia, Mestre e semezatodintorni con il suo bel faccione, ha sommerso le nostre case di carta che poteva essere risparmiata invece che finire nel cestino. Non importa se si scrive fuori dalla propria cassetta della posta “no pubblicità elettorale”, poiché il martellamento non rispetta il cittadino: su facebook quasi tutti postavano: “non vedo l’ora che tutto finisca”. Anche noi ci aggreghiamo a quest’augurio.

Il patron dell’Umana intanto ha incassato, oltre alla soddisfazione per aver una lista che è diventato il primo partito, anche una bella multa durante una delle ultime partite della Reyer: ottimo esempio di sportivo all’italiana, che la colpa è sempre o dell’avversario o dell’arbitro e quindi l’insulto è sempre giustificato. Tra i suoi centinaia di video su youtube, (che hanno una media di visualizzazioni irrilevante se non un paio che superano le 5 mila visite), uno di questi si occupa di destra e sinistra, ovvero che votando lui, non si vota nessuna parte politica.

A guardare le liste collegate a lui viene almeno da sorridere: se non voleva essere di destra perché è appoggato da Forza Italia e ora probabilmente anche dalla Lega? Ipocrisia 2.0.

Intanto nella lista Zaccariotto, ovvero Veneziadomani tira aria di maretta: uno dei candidati più votati, Nicolo Leotta ha cambiato idea diverse volte, prima accusando i suoi compagni di lista di essere degli incapaci, poi di tornare a fare politica, ma non nella stessa lista.

leottaVoti però che nessuno può permettersi di disperdere ed ecco che Brugnaro, come Mosé raccoglie la pecorella smarrita Francesca, che appena siglato il patto vede Leotta stesso dissociarsi, spiegando di non voler dare il suo voto a Brugnaro. Dopo l’accordo con l’ex presidente di provincia Zaccariotto, arriva anche quello con Fratelli d’Italia: per Speranzon & Bortoluzzi (che anche quest11403302_10204372177847786_7427415176392166202_na volta, dopo aver perso nel 2010, ha provato a farsi eleggere Presidente di Municipalità raccogliendo però l’11% dei voti) c’è finalmente la speranza, a seconda degli accordi con il magnanimo e magnate Brugnaro di una poltrona da assessore.

Il problema di fatto per Felice Casson è che mentre Luigi Brugnaro conta sui voti della Zaccariotto e implicitamente anche quelli di Gian Angelo Bellati, candidato in pectore della Liga Veneta e della sua civica Coesione Popolare (Salvini ha già dato la benedizione a questo matrimonio, o meglio unione civile), Camilla Seibezzi e Giampietro Pizzo hanno raccolto un pugno di mosche e i loro voti non salveranno Casson ad una sconfitta che senza l’appoggio dei franchi tiratori dei 5 stelle, che sono già stati istruiti di scegliere secondo coscienza, sembra più che una lontana possibilità.

Riuscirà il senatore, che ora dovrà (è proprio il caso di dirlo) tirare fuori gli attributi e la grinta che fino ad ora sono mancati a contrastare il suo avversario che già sta contando i gradini per salire all’ufficio che è stato del filosofo Massimo Cacciari, dell’ex rettore Paolo Costa e poi dell’ex primo procuratore di San Marco Giorgio Osoni?

Intanto, sul sito del Comune di Venezia, la pagina dell’Ex Giunta comunale c’è ancora.

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