CHE FARE?

E’ arrivata la fase finale del bando cheFare una piattaforma che promuove e mette in relazione progetti culturali di valore, legati alla sostenibilità e alla partecipazione collettiva. cheFare è un’associazione culturale no-profit nata dall’idea di far rete tra le varie esperienze culturali di valore presenti in Italia.

Il progetto è intrigante perché di fatto riesce a narrare alcune ricerche “dal basso” tra le più interessanti della penisola. Una serie di valori positivi che legano cultura, coraggio e azione. Il bando prevede la premiazione dei tre migliori progetti operanti nell’ambito culturale. A data odierna risultano dieci i progetti eletti, di cui tre saranno infine premiati.

Dicono gli organizzatori del bando: “Nulla è più facilmente equivocabile dell’azione, dell’agire inteso come forza attiva e proponente. Un agire oggi spesso interpretato come spuria competizione oppure come sciocco inseguimento di una visibilità il cui ritorno deve per forza confinarsi nello spazio stretto di un ego o di una vanità. Agire è già intervenire sulle cose, attivare un cambiamento, generare uno scambio: ed è su queste basi che cheFare presenta i dieci progetti finalisti. I progetti di cheFare si propongono un cambiamento, un’azione dentro cui è insita una disobbedienza, una trasgressione alla norma e alle regole Una progettualità spesso eccentrica, capace di un generale allargamento del campo e della linea dell’orizzonte anche alla più piccola realtà.”

Ed ecco i dieci progetti arrivati allo step finale:

“Italia che cambia” è un bellissimo portale nato da un viaggio e un libro del giornalista Daniel Tarozzi partito alla ricerca di esperienze di vita diversa e di cambiamento, e trasformatosi in un’associazione formata da un gruppo di giovani giornalisti e professionisti di vario tipo, le cui competenze spaziano dalla comunicazione web, al marketing, all’informatica, al videomaking, al project management, al fundraising e all’impresa sociale, volti alla creazione di progetti editoriali e reti di community di alto livello. L’unione fa la forza.

Il progetto “Assessorato alle piccole cose” del gruppo LUA intende portare avanti un progetto di rigenerazione urbana nel quartiere Leuca di Lecce. Facendo leva sulla progettazione partecipata e una creatività collettiva si riattiveranno dei luoghi dimenticati come una strada chiusa, un ex sottopasso ferroviario, oggi pedonale, un ex distributore di carburanti, un chiosco, un dog park, una cava rinaturalizzata, un padiglione dell’ex ospedale psichiatrico, una chiesetta sconsacrata, un parco giochi cementato per trasformarli in un centro culturale diffuso.

“Baumhaus” dell’ Associazione MAP riguarda invece Bologna e più precisamente la Bolognina, un quartiere spesso considerato come periferico e degradato, ma per l’Associazione MAP è diventato la casa delle arti urbane aperta verso tutta la città. Il progetto intende strutturare la rete dei gruppi informali e delle associazioni legate alla cultura underground già esistenti per promuovere la produzione e distribuzione di documentari indipendenti e la cultura open e dar vita a percorsi formativi aperti e trasversali.

Sempre a Bologna (Sala Borse) ma con l’illustrazione, la lettura e il fumetto nasce “Xanadu”da Hamelin Associazione Culturale, un progetto che intende creare una “mediateca ideale” virtuale condivisibile e sostenuta da laboratori, cineforum, corsi e seminari.
MyHomeGallery.org – Esperienze uniche nelle case degli artisti by myhomegallery è una piattaforma che permette agli artisti di aprire le loro case ad amanti dell’arte, collezionisti, turisti o semplici curiosi, offrendo la possibilità di visitare “mostre su misura” e non solo. “Officina Fundraising” della  Fondazione Amleto Bertoni ha l’obiettivo di sviluppare un laboratorio permanente dedicato al fundraising per l’estensione delle iniziative culturali e sociali del territorio, mentre “Pigmenti: laboratorio itinerante di arte pubblica e narrazione” della Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo si occuperà di integrazione sociale con un’attenzione particolare alle persone svantaggiate o appartenenti alle fasce deboli.

“La Piana” è il luogo di ricerca del gruppo atir . “La Piana” definisce l’enorme spazio vuoto davanti al Teatro Ringhiera Atir nella periferia sud di Milano, area meglio conosciuta come “il piazzale di Fabio Chiesa”, attore che proprio lì aveva iniziato un percorso di riqualificazione artistica del quartiere. E lì nasce il progetto “la Piana”, uno spazio dedicato all’arte e alla sperimentazione. Il progetto prevede un bando a scadenza periodica, rivolto ad artisti e progettisti, che dovranno immaginare e coordinare la realizzazione di un’opera collettiva. Anche Tournée da Bar dell’ Associazione ECATE lavora con l’arte, la letteratura e il teatro e performa in luoghi non convenzionali per avvicinare nuovi pubblici, fuori dai teatri e dalle sale.

Last but not least, “La scuola open source” di ff3300. Il progetto nasce da alcune idee molto sentite: la crisi del sistema educativo italiano, la passione per l’innovazione e la tecnologia, e la condivisione di conoscenza e competenze. La risposta è una scuola open source, spazio sociale di aggregazione ed educazione, dove svolgere didattica e ricerca.

Total
0
Shares
Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Prev
Modern China, a new landscape

Modern China, a new landscape

This project, realized between april and june of 2015 across many chinese big

Next
AB HOUSE
architecture, AB House, built architecture, Barcelona, Spain

AB HOUSE

Studio: built architecture Architects: Diana Carbonell, Jaime Batlle, Victor

You May Also Like