City Plaza è un hotel occupato nel centro di Atene che ormai da due anni è diventato una casa ed una famiglia per centinaia di rifugiati e richiedenti asilo provenienti dalle zone di conflitto del Medio Oriente e dell’Africa.
Il progetto “Refugee Accommodation and Solidarity Space City Plaza” nasce il 22 Aprile del 2016 a seguito dell’occupazione dell’ex struttura alberghiera omonima, rimasta chiusa da sette anni a seguito del fallimento dell’attività. Insieme ad altre iniziative e squats diffusi in Atene ed in tuta la Grecia, si pone come principale obiettivo quello di soddisfare il diritto ad un alloggio dignitoso per i migranti, in contrasto con le politiche governative dei grandi campi profughi dove i diritti più fondamentali dell’individuo restano spesso inascoltati.
Nelle sue 126 camere, delle quali solo 26 sono riservate al personale volontario, la struttura è capace di alloggiare stabilmente circa 400 persone, di cui un centinaio di nuclei familiari. Qui i richiedenti asilo hanno trovato un luogo sicuro e dignitoso dove passare questo tempo sospeso tra l’incertezza e la speranza di trovare finalmente un luogo dove riprendere la propria esistenza.
Questo esperimento di auto-gestione si basa sul concetto di condivisione e lavoro comune. L’obiettivo è quello di mettere in pratica un’idea di vita quotidiana che favorisca la legittimazione e la responsabilizzazione dell’individuo. City Plaza vive solo grazie alla collaborazione attiva di volontari e residenti, ed è sostenuto economicamente attraverso le donazioni private provenienti da tutto il mondo.
Questo lavoro fotografico, condotto nell’Agosto 2017, è il frutto dell’incontro con alcuni dei residenti, i quali hanno accolto la nostra proposta di dare un volto ed una voce alle persone che come loro vivono la condizione di rifugiati.
Ad ognuno di loro è stato chiesto di raccontare la propria storia e di indicare un oggetto che fosse significativo e rappresentativo della loro esperienza.
Abbiamo quindi scelto di realizzare delle “schede” in cui associare al ritratto della persona un elemento simbolico rappresentativo dell’esperienza che stanno vivendo, accompagnandole con un breve testo scritto sulla loro identità.
“We’ll come united” è un’iniziativa antirazzista internazionale promossa da diverse reti sociali e politiche, di cui anche City Plaza fa parte. Il suo signicato è “saremo uniti”, ma può essere anche letto come “welcome united”, cioè “chiunque è benvenuto”.
Gli autori di questo progetto:
Mara Scampoli:
Vive a Padova, dove lavora come psicologa e psicoterapeuta, principalmente nell’ambito della psicologia clinica e di comunità. Ha iniziato lo studio della fotografia come espressione personale e come strumento di ricerca nel campo delle relazioni umane. Dopo alcuni anni di sperimentazione nel campo della street photography e della fotografia di viaggio, nel 2013 ha iniziato lo studio della fotografia documentaria e dell’antropologia visuale presso IRFOSS di Padova, proseguendo poi il percorso formativo frequentando diversi workshops sullo storytelling fotografico e la fotografia sociale. Negli ultimi anni è impegnata in diversi progetti nel campo dell’inchiesta sociale, con particolare attenzione al fenomeno migratorio in Italia ed in Europa. Ha documentato in particolare gli insediamenti informali lungo le rotte migratorie in Europa, realizzando reportages in Francia, Grecia, Italia. I suoi lavori sono stati pubblicati su diverse testate online ed esposti in varie città italiane.
Mattia Alunni Cardinali
Nato a Perugia, vive a Londra dal 2014, dove ha conseguito la laurea in Popular Music Performance alla University of East London. In Gran Bretagna si occupa di fotografia, avendo iniziato prima a lavorare come assistente fotografo e poi come fotografo, soprattutto nel campo della moda. Si occupa principalmente di tematiche sociali e antropologiche, fotografia di viaggio e architettonica. Nel 2015 ha frequentato un workshop diretto dai fotografi Paul Lowe e Ziyah Gafic a Sarajevo, al quale è seguito il lavoro “Srebrenica: still an open wound”. Dal 2016 segue la Crisi Migratoria Europea, che lo ha portato a lavorare a Calais (FR), Idomeni (GR) e Atene (GR). Recentemente ha partecipato ad un workshop con la foto-editor Maria Mann a Ferrara.