Corpo, pelle e ossa – Olga Amendola

Un editoriale di Olga Amendola che rappresenta il corpo come tramite tra la Natura e l’anima, che si trasforma in fiori e terra. Un corpo femminile delicato, candido e fiorito.

Abbiamo già intervistato Olga Amendola, ma qui lei si propone con un editoriale per Positive Magazine. Il suo stile si riconosce per i ritratti puliti, belli, ma soprattutto nella ricerca di perfezione nell’imperfezione. Uno strano gioco di parole che però prende vita nei suoi ritratti di ragazze e ragazzi giovani, quasi angelici e allo stesso momento dannati. L’imperfezione di ognuno rende le fotografie vere e spontanee, anche se dietro c’è un lavoro di organizzazione e riflessione.

I used to see beauty in people, but now I see muscles and bones
Questo editoriale è nato un pomeriggio in inverno insieme ad una mia amica e musa Anita, studente di Design e persona molto artistica con cui mi sento libera di sperimentare progetti personali, a volte distanti dalle solite foto lavorative.
Le foto dell’editoriale rappresentano dettagli e parti di corpo, con toni molto desaturati, quasi malinconici. Il titolo riporta all’essenzialità dell’immagine, dando poca importanza all’identità e all’anima del soggetto ritratto, ma concentrandosi su “ossa”, “pelle”, “muscoli”, con l’uso di fiori e scritte quasi a voler sottolineare come il corpo sia solo un tramite dell’anima, nato dalla terra e destinato a “ritornare Natura”, “fiori”.


Il corpo della donna è da sempre reso oggetto sessuale, qualcosa che incarna il desiderio e la pulsione animale dell’uomo predatore, ma nelle foto di Olga, il corpo diventa un’aiuola fertile, espressione di una delicatezza quasi da ninfa del bosco, tranne poi avere dettagli moderni. Potrebbe esere quasi una espressione dell’adolescenza, quell’età mista tra innocenza candida e una primavera fiorita alle porte. Il corpo di Anita di assottiglia e si colora, si veste e si sveste. La pelle diventa quasi un tutt’uno con fiori e vestiti, e parla senza aver bisogno davvero di parole. I cerotti con le scritte sono solo un’espressione fisica di quello che già il corpo riesce ad esprimere da sè.



 

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