DESDE ALLA: LA RECENSIONE DEL LEONE D’ORO

C’è qualcosa di torbido in From Afar, un uomo che paga i ragazzi per masturbarsi mentre li osserva spogliarsi. Li raccatta in giro tra i più poveri e bisognosi, li adesca mostrando loro le banconote e li porta in casa sua dove consuma l’atto. Un giorno uno di questi, più furbo, svelto e arrogante lo mena. Lo mena e si prende i soldi. Così inizia la storia tra i due protagonisti, con una rissa e un furto e finirà invece in maniera molto più profonda. Quello che From Afar mette in scena è il lento nascere di un sentimento in un corpo ingenuo che non li conosce e che inizialmente respinge l’omosessualità ma finirà con il confonderla con qualcos’altro.

Difficile parlare di un film del genere senza poterlo vedere, poichè la sua complessità sta nel mescolare le carte sentimentali, nel raccontare di un ragazzo che forse ha confuso, forse no, che probabilmente è la prima volta che si sente così amato e che come può capitare alla sua età viene travolto dal sentimentalismo. Purtroppo però Lorenzo Vigas è interessato più all’assenza delle emozioni che alla loro presenza, ovvero più ad Armando (il vecchio adescatore) che al giovane Elder. È a lui e alla sua storia che riserva la parte grossa del film, il suo mistero, il suo rapporto ugualmente distante con il padre e la sua incapacità di provare sentimenti.

La traduzione di tutto questo in film è un’opera lunga, larga e molto noiosa, che a furia di negare non sa più cosa rappresentare, che asciuga i sentimenti così tanto da non mostrarne più nulla nemmeno l’insostenibile sete inappagata d’amore. Drenato di ogni forza From Afar è un film sciapo e scolorito, in cui non si distinguono le figure principali, in cui ogni punto di interesse (la trama, i personaggi, i loro rapporti) è negato per arrivare ad una rarefazione che in realtà è solo apatia. Apatia lunga tutto un film che di certo un finale movimentato che finalmente sceglie di occuparsi di un intreccio non può risollevare.

Recensione di Gabriele Niola
In collaborazione con Badtaste.it
Foto: Eleonora Agostini

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