Birelli nella storia della grafica italiana.
Venezia ricorda la figura del graphic designer Diego Birelli, protagonista ancora poco noto nel panorama della progettazione grafica italiana.
Oggi, 10 giugno 2015, alle ore 15 all’Auditorium, Cotonificio, dell’Università Iuav di Venezia si terrà la tavola rotonda Birelli nella storia della grafica italiana, in occasione della mostra “Diego Birelli. Graphic Designer”, a cura di Michele Galluzzo.
Interverrano: Fiorella Bulegato, Università Iuav di Venezia, Mario Cresci, Isia – Urbino, Gianluigi Pescolderung, Studio Tapiro – Venezia, Mario Piazza, Scuola del Design – Politecnico di Milano, Raimonda Riccini, Università Iuav di Venezia.
In merito all’acquisizione del fondo Birelli da parte dell’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia, è stata presentata la mostra di presentazione del fondo (visititabile fino al 12 giugno) che racchiude manifesti, libri, stampati, bozzetti e negativi fotografici.
La vivace e poliedrica identità di Diego Birelli, raccontata e analizzata finora per la sua costante ricerca artistica, trova un punto di vista complementare nello studio del suo lavoro come graphic designer. La mostra è l’occasione per far luce sulla relazione fra il progettista (nato ad Asti nel ’34 e veneziano d’adozione), il mondo editoriale, i movimenti culturali e politici, le istituzioni pubbliche e il panorama del graphic design locale e nazionale, attraverso alcune tracce di indagine aperte.
Un primo focus presente in esposizione riguarda il coinvolgimento di Birelli nella temperie politica e sociale veneziana a partire dalla prima metà degli anni Sessanta, evidente nei manifesti e stampati per il Partito Comunista Italiano, per il Partito di Unità Proletaria e per Democrazia Proletaria e nei giornali Libertà al Cile a sostegno della repubblica di Allende realizzati per la Biennale del ’74. L’analisi della produzione militante di Birelli per le federazioni locali delle principali sigle della sinistra italiana e per le biennali di rottura dirette da Carlo Ripa di Meana va vista anche alla luce del ruolo cardinale giocato dal Capitale di Karl Marx nell’ambito della 56. Biennale di Okwui Enwezor appena inaugurata.
Un secondo tema di indagine della mostra riguarda la tematica del design editoriale, che vede Birelli come uno dei protagonisti del vivace fermento vissuto da tale settore in Italia in seguito al secondo dopoguerra. Tra gli anni Sessanta e Novanta egli si trova ad essere art director per Marsilio, Electa (rinata nel ’65 con Giorgio Fantoni, il quale lo sceglie come primo designer della nuova casa editrice), Alfieri, Touring Club Italiano e fondatore in prima persona di Albrizzi editore nel ’82. Il rapporto con la fotografia attraversa trasversalmente tutto il percorso espositivo: con essa infatti Birelli si relaziona professionalmente sia come art director (lavorando al fianco di Mario Cresci, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Ugo Mulas, Toni Nicolini, Ferdinando Scianna), sia come fotografo egli stesso (formatosi con gli insegnamenti di Italo Zannier presso il Corso Superiore di Disegno Industriale e, successivamente, del teorico della fotografia Luigi Crocenzi).
Diego Birelli. Graphic Designer
21 maggio > 12 giugno 2015
Archivio Progetti, Sala espositiva Venezia, Dorsoduro 2196, Cotonificio