Erri De Luca assolto: vince la libertà, perde la censura.
A prima vista è così. Eppure nasce un dubbio: e se l’assoluzione di Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere dopo aver detto che la ‘Tav Torino-Lione va sabotata’, si rivelasse in realtà la peggiore delle censure? O, meglio, una sordina in grado di depotenziare la forza della battaglia di quanti si battono contro quest’opera?
Io questo dubbio ce l’ho. Se non altro immaginando quale impatto avrebbe avuto una condanna ad 8 mesi per istigazione. Se le cose fossero andate così, in queste ore, oltre all’ondata di indignazione di chi difende la libertà di espressione (me compreso), la stessa questione Tav avrebbe goduto di un massiccio ritorno di attenzione. Sarebbe stato insomma un megafono potente nelle mani degli oppositori.
Erri De Luca, che in aula ha ribadito le sue idee (‘sabotare è legittima difesa’) sicuramente, se vorrà, potrà proseguirà la battaglia. Non è questo il punto. Ma da oggi in avanti, forse, le sue parole, per quanto forti, crude e battagliere potranno essere, non avranno più la stessa forza. In un certo senso, la sentenza di oggi toglie vis polemica a quella come ad altre posizioni oltranziste. Le priva di quei paletti contenitivi, di quei recinti di ‘vietato’ che, proprio perché scavalcati, rendevano le parole dello scrittore rivoluzionarie e ad alto potenziale di lotta. De Luca insomma vince, ma ne esce depotenziato.
Le sentenze non si discutono, non c’era sicuramente da augurarsi o da esigere una condanna.
Però resta la sensazione che questa sentenza abbia/possa avere anche un paradossale retro-effetto di censura, di sordina. A tutto vantaggio di chi spera e punta ad una tranquilla realizzazione dell’opera.
_________________________
Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con il Blog del giornalista Stefano Ciancio: Dimensionemendez.