Si è chiusa ieri sera al calar del sole Fashion at Iuav, “L’Italia è di Moda”, la serie di appuntamenti curati dai corsi di laurea in Design della moda dell’Università Iuav di Venezia, che celebra i dieci anni dalla fondazione.
E dopo 24 ore di parole, immagini, progetti e idee sul sistema italiano della moda a cura di Maria Luisa Frisa, direttore del Corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali allo IUAV, e di Federico Sarica, direttore di Studio, “L’Italia è di Moda” ha concluso con il Graduation Show, sfilata finale presso gli ex magazzini frigoriferi a San Basilio, tra il Cotonificio e i magazzini Ligabue, in una location veneziana inedita, un “terzo paesaggio” tra l’acqua e l’industrial, alle spalle della fornace.
Protagonisti gli studenti laureandi triennale e magistrale che hanno presentato le loro collezioni di abiti e accessori, coordinati dai designer Arthur Arbesser, Veronika Allmayer-Beck, Michel Bergamo, Cristina Zamagni, Fabio Quaranta, Paulo Melim Andersson.
Capi nuovi e classici rivisitati in chiave contemporanea, geometrie e colori, androgino o unisex, codici estetici mescolati e norme contaminate. Il Nuovo come Contrasto e il Paradosso come Ricerca.
“la sfida era, e lo è ancora oggi, fare una scuola italiana di moda capace di mettere a fuoco un progetto formativo in grado di agire sulle identità e le qualità della moda italiana, non per chiuderne i contorni ma per continuare a essere protagonisti di un sistema esploso e cangiante.” ribadisce la direttrice Maria Luisa Frisa.
Il graduation show del triennio ha presentato la collezione di abiti del laboratorio finale coordinato da Maria Luisa Frisa. A cura di Arthur Arbesser e Mario Lupano, Sound: NAME/AGE Diego Manfreda e Maurice Uzzan con Marco Marin e Riccardo Salin. Hair & Makeup: I Baldan Parrucchieri, Aveda, Tecnico Sartoria: Maria Marin, Tecnico modellistica: Catia Giacon.
Si sono succeduti gli abiti di Sara Ceradini per una donna sportiva, non delicata né precisa, dalle forme dure, volutamente maschili, la linea sportswear di Marcello Chiodin per uomini allo stesso tempo comodi e formali vestiti da tessuti importanti, Giacomo Frasson con la sua linea ugualmente maschile, rilassata, scomposta e morbida, così come Domenico Lazzaro con i suoi abiti ampi, sovrabbondanti, dai panni grossi in contrasto con il tessuti leggeri, come “migranti” afferma lo stesso.
Caterina Cesaretti, Olando Masiero, Marta Laurenti, il duo Anita Elisa Pierobon e Xhefri Londo e la coppia Francesca Napoletano e Federica Zumerle alla ricerca della perfezione, dai colori blu rossi e bianchi richiamanti le divise dell’aeronautica militare.
Bandane, colori a pastello e righe per Simone Rossi, abiti scomposti e montati per Giulia Roman, asimmetrie e dettagli direttamente dall’espressionismo artistico per Fancesca Vanzi, american street, sneakers e ritmi musicali per Marco Vedovato, sperimentazione e contaminazione folk per abiti turbo folk della macedone Marjia Vlakeska. I ricchi abiti di Andrea Pandolfi e quelli rigorosi e liberi di Milena Gabrijelcic, quelli da adolescenti “schiocchi” di Eleonora Corbanese, quelli nineties londinesi di Ilenia Pizzato e Valentina Tamiello, quelli composti e scomposti, precisi e imprecisi di Alberto Panozzo, quelli allo stesso tempo sfatti e easy di Sofia Prandoni, molto attenta alla grafica. Mine o Yours? recita un suo capo.
La graduation show del triennio è continuata poi con la collezione di accessori del laboratorio finale. La sfilata, a cura di Veronika Allmayer-Beck e Mario Lupano, ha presentato gli accessori, a seconda, dalle forme classiche e pulite, ironiche e articolate, nere o coloratissime, da bambini e adulti, di pellami o tessuti, pulite e aggressive, dai contrasti visivi e tattili di Chiara Aneloni, Micol Bano, Valentina Carbone, Jessica Crespan, Sara Tognoni, Erica Tasinazzo, Sara Trame e Lucia Villanova.
Come finale la graduation show del biennio a cura di Mario Lupano, Fabio Quaranta e Cristina Zamagni. SOUND DESIGN: NAME/AGE, Hair & Makeup: I Baldan Parrucchieri, Aveda. Tecnico Sartoria: Maria Marin, Tecnico modellistica: Catia Giacon e Maria Favaro.
Ed ecco presentati i lavori degli studenti Marta Busatto con i suoi gessati rivisitati, righe sottili, blu rosso bianco, ispirati alla spiritualità vodoo. Francesca Piacentini con Pelle, dai tagli curati e dal color pesca, blu e color bianco panna. Esther Rigato dai volumi pesanti, la montagna nello sfondo, tonalità di grigio che “accomuna Uomo e Donna”. Filippo Soffiati con “non si sa più chi è cavallo e chi cavaliere” dagli abiti al limite del costume, decontestualizzati, donchisciottamente mescolati e bizzarri. Adriana Suriano con i suoi pigiami di seta, eleganti e liberi. Tessuti leggerissimi, fili aerei di Monica Evola e candidi, sacrificali di Barbara La Cecilia. E ancora: Giovanna Angeli, Francesca Cifani, Martina Diotallevi, Alice Frezza, Aleksandra Radoicic, Tonia Salomè.