edited by Victor Anton
photographs by Giovanni De Angelis
text by Costanza Paissan
ICKU is a photographic project born from an apparently simple reflection that anybody, in the
course of his or her lifetime, can live an extraordinary moment of madness. The moment when they
loses control of him or her self and behave in a dangerous and irreversible way, pointing a gun at
someone, with the intention of firing it.
The characters in this fiction are young Latvians, living in Riga, a beautiful city on the banks of the
Daugava River.
They are introvert personalities who love to be alone but who do not isolate themselves, but live,
rather, in contact with others. They are culturally educated and deepen their knowledge, living the
intellectual part of their community as nerds.
They cannot escape the rhythm of their city, living long harsh winters where time seems to slow
down and the lack of light increases depression, dangerously and invisibly winding its way into their
minds. An anthropological analysis of their lifes that seems to stop abruptly when they grab a
weapon, in a excited and suffered moment; a moment of fear and unconscious madness.
Their relationship with the weapon is very personal and each of them reacts in a completely different
way. It’s only through their eyes that we can observe the disturbing and fascinating relationship with
that unique and unrepeatable moment that they will probably never experience in real life. Leading
us to reflect on the possibility that this could really happen, as it has, many times, in the past .
Our gaze is directed right at their faces and into their eyes, in a frontal view where we become
protagonists and victims at the same time.
ICKU è un progetto fotografico che nasce da una riflessione apparentemente semplice ovvero dal
fatto che chiunque può attraversare nella propria vita un momento di straordinaria follia, in cui perde il
controllo di se e commette un gesto pericoloso ed irreversibile, impugna un arma per sparare contro
qualcuno.
I personaggi di questa piccola finzione sono giovani lettoni abitanti di Riga una stupenda città sulle rive
del fiume daugava nella terra delle repubbliche baltiche.
Ciascuno di essi vive una vita normale , ha un lavoro o è uno studente o un artista, ha una famiglia,
degli amici in una città del nord come tante in cui è in atto un importante cambiamento sociale dal
comunismo sovietico verso una unione europea piena di contraddizioni ed incertezze.
I personaggi sono persone di carattere piuttosto introverso che amano stare per conto proprio ma che
non si isolano ma vivono comunque a contatto gli altri . Sono culturalmente formati e approfondiscono
la conoscenza vivendo il loro stato di nerd come parte intellettuale della loro comunità . Non possono
però sfuggire ai ritmi scanditi dal luogo e dagli inverni lunghi e rigidi in cui il tempo sembra rallentare e
la depressione serpeggia pericolosa e invisibile.
Un analisi antropologica della loro vita che però sembra interrompersi bruscamente nel momento in cui
ciascuno di essi impugna l’arma in un attimo concitato e sofferto di paura e incoscienza ma certamente
di pura follia.
Il rapporto con l’arma è molto personale e ciascuno di essi reagisce in un modo completamente
diverso ed è solo attraverso i loro occhi che si analizza il rapporto inquietante ed affascinante con quel
momento unico ed irriproducibile che forse non attraverseranno mai nella loro vita reale ma che ci fa
riflettere sulla possibilità che ciò possa realmente accadere come è già successo tante volte. Lo
sguardo è diretto proprio verso il loro volto ed i loro occhi in una visione frontale in cui lo spettatore è
protagonista e vittima allo stesso tempo.
Giovanni De Angelis was born in Naples in 1969. He has been living in Rome since 1992.He first took up traditional photography as an adolescent and immediately developed a great interest in research into visual perception: in 2004 he started up a study, Luceveloce, which investigated the infinite potential of light and of its interaction with bodies. In 2005 and 2006, his investigations continued with Luce dissolve, which took him into a dimension on the borderline between painting and photography, in which solitary figures, either motionless or moving, pass through beams of light with their shadows. His research continued to evolve and he became increasingly interested in aspects of modernity, of Japanese and Indian metropolises and society, as we can see in Strade con pioggia, Sui iki and Churchgate, in which his interest in oriental culture is conveyed through ethno-anthropological eyes. These works have been shown in many galleries. His interest in metropolises then continued in his Contemporary Districts project, in the cities of Tokyo, Tel Aviv, and Warsaw, and it still on-going in works that place young people and their settings at the centre of his research, discovering urban districts inhabited by a constantly changing humanity. At times Giovanni De Angelis aims to recreate the memories of those who no longer have memory, as in the case of Sansone Elide, a project shown at the “ECC Ente Comunale di Consumo” group exhibition in 2010.The photographic Water Drops project tackles the theme of twinship from a twofold perspective – social and anthropological – freeing itself from the concept of mere reportage in order to examine the themes of identity, of the uniqueness of the individual, and of their relationships with the “other”.
I Can Kill You is a project realized in 2011 during the Art Residence in Riga at the NOASS Cultural Center. The entire work is visible at www.icku.it.
Giovanni De Angelis è nato a Napoli nel 1969 ma vive e lavora a Roma dal 1992.Si avvicina alla fotografia tradizionale appena adolescente e da subito sviluppa un forte interesse per la ricerca sulla percezione visiva: nel 2004, con Luceveloce, inizia uno studio che mira ad indagare le infinite potenzialità della luce ed il suo interagire con i corpi. Tra il 2005 ed il 2006, in una dimensione che oscilla tra pittura e fotografia, prosegue la sua indagine con Luce dissolve, dove figure solitarie, immobili o in movimento, attraversano con le loro ombre fasci luminosi. Lo sviluppo della sua ricerca evolve verso un crescente interesse per gli aspetti della modernità, delle società e delle metropoli giapponesi ed indiane, come dimostrano Strade con pioggia, Sui iki e Churchgate, lavori esposti in molte gallerie in cui l’interesse per la cultura orientale è colto con uno sguardo etno-antropologico . Il suo interesse per le metropoli continua poi con il progetto Contemporary Districts nelle città di Tokyo, Tel Aviv, Varsavia, e prosegue tutt’oggi ponendo i giovani ed il loro contesto al centro della ricerca, alla scoperta di distretti urbani popolati da un’umanità in continuo cambiamento. Il lavoro di Giovanni de Angelis ricrea a volte le memorie di chi memoria non ha più, come nel caso di Sansoni Elide, progetto esposto nella collettiva ECC Ente Comunale di Consumo (2010). Nell’ultimo progetto WATER DROPS presentato al MACRO ( Museo di Arte Contemporanea di Roma ) Giovanni De Angelis affronta il tema della gemellarità da una doppia prospettiva, sociale ed antropologica, slegandosi dall’idea del semplice reportage per giungere ad approfondire i temi dell’identità, dell’unicità dell’individuo e del suo rapporto con l’altro .
I Can Kill You è un progetto realizzato nell’anno 2011 durante un periodo di Art in Residence presso il NOASS Cultural Center. L’intero lavoro è disponibile all’indirizzo www.icku.it.