Identità Negate di Sharon Ritossa e Sam Ivin

Identità

Visitabile dal 15 Settembre Identità Negate il nuovo progetto curato da Fabrica alla Galleria del Cembalo a Roma. La mostra presenta due indagini di grande rilievo sociale e storico: Foibe di Sharon Ritossa e Lingering Ghosts di Sam Ivin.

L’esposizione è frutto di un’accurata ricerca dei due giovani fotografi residenti a Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione fondato nel 1994 da Benetton Group, che annualmente offre una borsa di studio a govani creativi per sviluppare progetti di ricerca su tematiche attuali nelle aree di design, grafica, fotografia, video e musica.

Con Lingering Ghosts, Sam Ivin (High Wycombe, 1992) laureatosi in Documentary Photography alla University of Wales di Newport, ha scelto il mezzo fotografico per indagare cosa significhi oggi essere un richiedente asilo nel Regno Unito. La ricerca, iniziata in un centro di prima accoglienza a Cardiff, in Galles, e poi continuata in tutta l’Inghilterra, intende esprimere il senso di perdita di sé e di insicurezza che accomuna i richiedenti asilo nel Regno Unito. Il risultato è una serie di 28 ritratti cui gli occhi sono stati raschiati via manualmente dall’autore: una volta arrivati nel Regno Unito, questi migranti si trovano a vivere in una sorta di limbo, costretti ad attendere notizie della loro richiesta di asilo per mesi o addirittura anni. Diventano ombre sospese, appunto, dei lingering ghosts. Quello scelto da Ivin è uno sguardo riflessivo e contemplativo, distante dai riflettori dei media.
Destini incerti e indefiniti anche per Foibe, il progetto portato a termine da Sharon Ritossa (Trieste, 1987) laureatasi in Lettere e Filosofia presso l’Università di Roma La Sapienza e in Fotografia all’ISIA di Urbino.  Esodo Visivo, questo il nome del progetto di studio, è una ricerca d’archivio realizzata in collaborazione con l’IRCI (Istituto Regionale per la Cultura Istriano -fiumano – dalmata) e finalizzata a restituire una memoria visiva collettiva della diaspora.
In Foibe Sharon Ritossa ha deciso di partire dalla particolare conformazione geologica del Carso per una riflessione su come questa possa avere avuto ripercussioni nelle vicende sociali e storiche della regione.
Il Carso è un territorio brullo e roccioso dell’altipiano triestino, sloveno e croato dove si registra una forte concentrazione di cavità geologiche: grotte o pozzi modellati da fiumi sotterranei che scavando nella terra per millenni hanno scolpito la roccia calcarea dando vita a dei profondi inghiottitoi, chiamati foibe.
 Dopo la Seconda Guerra mondiale, le foibe presenti lungo tutta la zona carsica vennero utilizzate come fosse comuni per occultare i corpi di italiani, croati sloveni e tedeschi uccisi per motivi politici.

Ancora oggi la storia di questi profondi abissi resta oscura, contestata e spesso negata, e le foibe continuano a celare dei segreti. Difficili da individuare sul territorio perché, di fatto, manca una mappatura completa.

Foibe è un viaggio alla ricerca di queste cavità naturali (reso possibile con l’aiuto di speleologi locali) che tenta  in ultimo di far entrare lo spettatore in contatto con il territorio, sottolineando che le foibe sono prima di tutto un prodotto della natura e un tratto caratteristico di una certa zona.

Identità Negate
Galleria del Cembalo a Roma
Largo della Fontanella di Borghese 19, – Roma
15 Settembre – 26 Novembre

Orario
Martedì a Venerdì: 16.00 – 19.00 Sabato: 10.30 – 11 / 16.00 – 19.00
o su appuntamento Tel. +39 06 83796619

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