Marghera è una frazione parte del Comune di Venezia e sin dalla sua nascita si è contraddistinta per la sua vocazione industriale da un lato e dall’altro come centro portuale per lo scambio delle merci. Secondo una definizione popolare e divertente, il nome deriva da “mar ghe gera”, che significa “mare che c’era”, descrivendo la zona paludosa sulla quale si costruì il porto.
Il progetto della città giardino, ideato da Pietro Emilio Emmer, avrebbe dovuto caratterizzare il quartiere residenziale di Marghera vicino al polo industriale, ma il tutto andò in fumo quando Venezia smise di finanziare il progetto e le fabbriche iniziarono ad assumere persone da paesi limitrofi.
Marghera è anche un centro multiculturale, che mette a confronto realtà diverse, da quella veneziana alla comunità cinese e bengalese. Nonostante questa internazionalità, la frazione mantiene le sue tradizioni popolari come il mercato, nel quale si vende un po’ di tutto. Dalla frutta e verdura al pesce, dai vestiti agli accessori per gli animali, il mercato di Marghera è un contesto nel quale si incontrano persone diverse.
In questi ultimi anni, anche a causa della trasformazione del tessuto urbano, l’integrazione tra realtà diverse non è stata sempre facile, come hanno raccontato negli anni i quotidiani locali. A Marghera avvengono spoardicamente diversi tipi di crimini, che di certo non hanno aiutato lo sviluppo e la rinascita di questa zona del Comune di Venezia. Nonostante questi problemi, ci sono però degli aspetti positivi legati alla zona come ha evidenziato uno dei principali quotidiani inglesi, ovvero il “Guardian“, giusto qualche anno fa.
Positive Magazine è stato giusto ieri al mercato per verificare la situazione attuale intervistando chi quotidianamente vive e lavora a Marghera. I protagonisti di questa nostra inchiesta sono infatti i venditori ambulanti che da anni arrivano in Piazza Mercato e dintorni per vendere le cose più disparate, dai generi almentari ai vestiti a basso costo.
Gabriele Zancanella, venditore di accessori e strumenti per la pesca, è la prima persona che abbiamo incontrato. La sua bancarella è attiva dal 1964, di proprietà dei nonni, che accompagnava quando era solo un bambino. La situazione per chi vende materiale per la pesca è critica, perché grandi aziende come la Decathlon propongono una vasta gamma di accessori a prezzi ridotti, e chi, come Gabriele, si impegna per proporre ai suoi clienti dei prodotti italiani e di migliore qualità, ne risente. Si lamenta del fatto che non esiste una nuova generazione di pescatori e quando per vari motivi perde qualche cliente storico, non vi è un ricambio.
[quote_box name=””]”I ragazzi giovani non sono più pescatori accaniti come i loro nonni e questo porta alla diminuzione delle vendite”.[/quote_box]Con grande emozione, Gabriele ci mostra una foto di suo padre, che finì sul giornale negli anni ’70, mentre tiene una rete da pesca in mano. Nonostante la crisi, il suo amore per questo lavoro e questa attività rimangono.
Su invito di Gabriele ci spostiamo alla bancarella successiva, anch’essa facente parte dei “storici” del mercato. La Ditta Marcomin vende prodotti di merceria ed è originaria della zona di Mestre. La coppia vive il mercato senza nessun problema, non riscontrando difficoltà finanziarie, poiché i loro prodotti sono sempre richiesti e riescono a sconfiggere la concorrenza proponendo prodotti italiani e di alta qualità.
L’unico problema di cui si sono lamentati con noi, e anche con il Comune di Venezia, è stata la conformazione della strada, in particolare della piazzola dove mettono il loro furgone. Il tombino è rialzato rispetto al livello della strada e quando piove tutta l’acqua di ferma nella fossa che si trova esattamente accanto al tombino, rendendo impossibile il lavoro. Nonostante le varie lettere di polemica, la strada è rimasta così com’è, ma loro continuano a lavorare.
Entrambi i signori ci hanno raccontato di come la nuova struttura del mercato sia molto più scomoda, perché le bancarelle si susseguono sulla strada, estendendosi in lunghezza e perdendo la compattezza che aveva precedentemente con proprio la piazza adibita. La piazza infatti si chiama Piazza Mercato, perché per molti anni le bancarelle si riunivano in un’unica zona, riuscendo a trovare tutto in pochi metri quadri.
Il signor Marcello Sacchetto e la moglie ci accolgono calorosamente alla loro bancarella fissa di frutta e verdura. Anche loro fanno parte degli storici del mercato. La loro vita è caratterizzata da quarant’anni di sveglia presto per accogliere i fornitori di frutta e verdura, riposo pomeridiano e vita coniugale serena. Il prossimo anno la bancarella sarà gestita da un ragazzo più giovane, così potranno godersi un meritato riposo.
[quote_box name=””]La proposta alimentare è varia, di ottima qualità, infatti i clienti che passano per un assaggio, poi ritornano. Ma le signore sono avvisate: se toccano la frutta, le bacchettiamo![/quote_box]All’interno del palazzo del mercato abbiamo incontrato uno dei due proprietari dell’azienda Ittica Bortolozzo, che ci racconta di come la clientela sia cambiata nel tempo. Ci ha parlato di come le persone si concentrino più sul prezzo che sulla qualità.
[quote_box name=””]L’abbondanza di prodotti ha portato la gente a non valutare più quale sia il periodo giusto per comprare un certo tipo di pesce e si basano solo sul prezzo, sulla quantità, fermandosi alla superficie. Poche sono le persone che ancora si preoccupano di mangiare bene.[/quote_box]Ci siamo spostate poi verso la bancarella di accessori per gli animali. Il ragazzo si è mostrato subito amareggiato per la clientela che è cambiata e che, secondo lui, preferisce spendere di più per un telefono, e che se spende mille euro per un cane, poi cerca l’offerta più bassa per accessori e alimentazione. Non solo con i clienti ma anche con le comunità straniere non si trova molto in sintonia, il primo fra tutti gli intervistati.
Al mercato di Marghera non ci sono solo realtà locali e italiane, ma si trovano anche moltissime bancarelle di appartenenza cinese, bengalese, indiana. Abbiamo parlato con uno dei titolare dell’azienda Fratelli Khan s.n.c, che gestisce non solo un negozio di frutta e verdura, ma anche altre bancarelle presenti al mercato. La varietà è spiazzante e ci accolgono subito con un sorriso e tanta solarità. Ci ha raccontato che è in Italia da dieci anni e che prima lavorava in Friuli e ora vive a Marghera. Nonostante quello che si potrebbe pensare sul razzismo, loro lavorano bene e sono contenti. Siamo state testimoni di un bellissimo gesto di carità: un ragazzo africano ha chiesto una banana e il venditore gliene ha regalata una, chiedendogli pure se aveva bisogno di soldi. Un gesto di umanità disinteressata.
Infine, abbiamo deciso di dedicarci a qualche venditore di fiori e abbiamo incontrato Samuele, uno studente di architettura che lavora nell’azienda florovivaistica di Chinellato Giovanni per pagarsi gli studi. Nonostante il percorso di studi non combaci con il suo lavoro al mercato, Samuele dice di essere molto contento e di trovarsi bene in questo lavoro a contatto con il pubblico, con i suoi pro e contro, ma gli permette comunque di godersi la vita. Ci ha anche raccontato come la clientela del mercato cambi in base al giorno: ad esempio di martedì si incontrano più anziani, casalinghe o neo mamme, rispetto al sabato in cui escono anche molti giovani. Non solo la clientela, ma anche la disposizione delle bancarelle si modifica, aumentando anche grazie alla maggiore affluenza della giornata di sabato.
Verso l’una ogni bancarella inizia a mettere via i propri prodotti, pronti per tornare a casa per pranzare e riposare, perché il giorno successivo quasi tutti se ne vanno in altre città per il mercato.
Il mercato bisettimanale di Marghera si tiene di solito il martedì e sabato in Piazza Mercato e Piazzale Concordia dalle 7:30 alle 14:00, mentre il mercato fisso che si trova nel palazzo in Piazza Mercato è aperto dal lunedì al sabato tutte le mattine.