[dropcap type=”1″]I[/dropcap]l Venezia però, che partiva da primo in classifica, si è dovuto arrendere di fronte al proprio pubblico ad uno dei “nemici” (in termini sportivi) storici, ovvero il Padova. Nulla da fare per la società di Joe Tacopina, presente allo stadio fino alla fine (lo si poteva scorgere nel tunnel verso la fine del secondo tempo mentre “sbirciava” in apprensione l’esito della partita.
Il Venezia si è adagiato nel primo tempo grazie ad un’autorete: il vantaggio è durato poco perché il Padova riporta la partita in parità grazie ad una punizione di Dettori: il pallone finisce addosso a Modolo che sorprende così Facchin e tutto da rifare. Mancava una manciata di secondi alla fine del primo tempo, ma a mandare in vantaggio gli ospiti è bastato un rigore (l’arbitro ha concesso giustamente la massima punizione), mandando le squadre negli spogliatoi sull’1-2. Una doccia fredda per la squadra di Domizzi & Co, come se non bastasse il vento freddo che si è abbattuto sulla laguna veneziana.
Nel secondo tempo il Padova ha di fatto sottolineato le difficoltà realizzative del Venezia: a questa squadra, che punta dritta alla promozione in Serie B manca un vero bomber: Ferrari ha deluso anche a causa dell’espulsione rimediata verso la fine del secondo tempo, lasciando la squadra con un giocatore in meno. Le speranze per un pareggio vengono definitivamente accantonate prima col il gol di Neto Pereira e poi il sipario si chiude con l’espulsione di Garofalo. Ad ogni modo nulla è perduto: ora il Venezia lascia la testa della classifica e rimane a quota 29, con Pordenone e Reggiana a quota 30 e il Padova che sale a 28. Inzaghi ha comunque la consapevolezza di avere una squadra solida, ma che il lavoro da fare non è affatto finito, anche perché il campionato di Lega Pro è ancora lungo e riserverà di sicuro molte sorprese.