“Le cento verità” è il nome del primogenito di una famiglia giapponese diversa. il marito, fotografo, pittore, scultore, monaco scintoista;la moglie, cantante lirica e maestra di pianoforte. agli antipodi rispetto alla cultura giapponese imperante, non si vergognano a guardarti negli occhi, insegnarti le parolacce o ridere su immagini di donne in abiti succinti. Mi dico: prova a dimentica tutto ciò che hai visto finora. La location è destabilizzante: un piccolo paese di pescatori nella prefettura di Tokushima, a nord sull’isola di Shikoku.
Le strade con poche macchine, immerse nel verde di una vegetazione rigogliosa, riportano alla mente certi paesaggi di Hana-bi o di Ponyo. Sotto il mio futon dormiva sempre un millepiedi di quindici centimetri, che la mattina, quando mi alzavo, si rintanava nel giardino del tempio, facendo più baccano di me sui tatami. nel frattempo, alcuni fedeli pregavano nella sala grande, proprio accanto alla mia camera. Il “battesimo” del bambino, un rito disarmante e stupefacente nella sua semplicità, diventa l’evento da festeggiare con sakè, di mattina, immersi nell’umidità tipicamente giapponese. Le spiagge vuote con qualche aquilone si bagnano di mare, ma restano lì, immutate.
Questo è un giappone diverso da quello che ho conosciuto finora. “l’ uomo del tempo” mi ha fatto conoscere il mio giappone.