Luigi Brugnaro è uno di quei personaggi che se glielo presenti ai professionisti del 4D al cinema ti rispondono “no grazie, non abbiamo tecnologia sufficiente per riprodurne tutte le dimensioni”.
Sarà per questo che la politica, quella d’opposizione, ha ormai definitivamente rinunciato a capirlo, intravedendo la via giudiziaria come unica soluzione per farlo fuori. Poveri di ogni altra prospettiva, la loro unica, isterica speranza, è di far sprofondare il primo cittadino nella palude dei conflitti di interesse e di relegarlo alla dimensione politica di un bugigattolo di 4 metri per 2. Con la finestra sprangata.
La satira invece, con un personaggio così, ci sguazza. Dalle scatole cinesi di un Luigi Brugnaro che in 24 ore sarebbe capace di conquistare una photo opportunity con qualche capo di Stato, commuoversi per i bambini poveri del mondo, invocare la sedia elettrica per chi piscia per strada e mandare a quel paese il cittadino che si lamenta per il degrado, la satira tira fuori un repertorio che per esporlo tutto assieme serve un padiglione da Expo.
E’ quello che, da quasi due anni a questa parte, stanno facendo quelli del collettivo ‘Lo Schitto’. Dopo aver seguito tutta la lunga campagna elettorale sotto il marchio di ‘Me lo chiede la Città’, hanno via via modificato i loro strumenti di comunicazione. Al posto degli articoli di satira sulla politica cittadina, la loro produzione ha avuto un’impennata di finte prime pagine e locandine giornalistiche: una formula al fulmicotone, più sintetica e diretta. Vietati i tempi lunghi di reazione: un po’ come con Brugnaro insomma.
Lo Schitto ha voluto esporre la gran parte di questo repertorio presso l’Angolo dell’arte, in Via Antonio da Mestre: una mostra con centinaia di pezzi satirici che durerà fino al 2 aprile. Inutile dire che in questa carrellata la parte del leone la fa il sindaco di Venezia, preso inevitabilmente di mira dagli autori. Meno scontato era il fatto che lo stesso Brugnaro si presentasse, sabato mattina, all’inaugurazione della mostra.
“Da parte nostra – spiegano David Marchiori, Luca Corsato e Roberto Massaro, tre delle colonne storiche de Lo Schitto – non è partito alcun invito ufficiale al sindaco. Semplicemente, tramite i suoi stretti collaboratori, gli abbiamo segnalato, come ad altri, la nostra iniziativa. Lui ci ha comunicato la volontà di esserci e in effetti si è presentato di prima mattina…”.
Ma come? Perché lo stesso Brugnaro che reagisce isterico ad ogni minima critica, decide di entrare in una sorta di tempio dove si consacra la sua presa in giro pubblica?
“Perché fa comunicazione da ben prima di fare il sindaco e sa benissimo come muoversi. Ha colto un’occasione che lo ha messo nella condizione di essere positivo nel rapporto anche con chi lo critica. Se Brugnaro la sfrutta per apparire in un certo modo e gli altri ci credono vuol dire che è bravo nel suo ruolo di trovare consenso e di trasformare gli attacchi in opportunità. Poi va anche detto che nello stesso sprazzo di tempo trascorso con noi ha contemporaneamente mandato al diavolo una commerciante che gli raccomandava di non dimenticarsi di loro e ha promesso ai giornalisti di confezionare un dossier con tutte le falsità che, secondo lui, scrivono sui quotidiani…”.
Appunto. Le mille dimensioni di Brugnaro….
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Pubblicato da Lo Schitto su Sabato 12 marzo 2016
“Sì, ma l’arroganza del potere non la scopriamo con Brugnaro. Cacciari, quando parlava dei suoi programmi, diceva che chi non era d’accordo con lui non capiva niente. Orsoni aveva un atteggiamento che trasudava la convinzione che nessuno fosse alla sua altezza. In una città come Venezia, caratterizzata in maniera marcata da conflitti di interesse, il marchio prevalente, spesso rovinoso, dei politici è quello della vanità: la cosa migliore che la satira può fare è colpirli sul proprio ego. Noi, facendo satira, esprimiamo la nostra voglia di dire che siamo stufi delle persone che si prendono troppo sul serio e il nostro fastidio per una politica che qui in città è soprattutto argomentata in fazioni. Anche all’interno di una realtà come il PD, che dovrebbe essere compatta, si è ormai giunti ad una suddivisione tra curve di ultrà”.
Brugnaro intanto incassa le vostre prese in giro. E gli altri?
Lo Schitto“Brugnaro comprende che da parte nostra non c’è maleducazione o voglia di offendere. Non c’è mai stato un attacco personale bensì una critica alle esagerazioni che vanno fuori dal suo ruolo istituzionale. Questa distinzione tra la singola persona e il ruolo pubblico che riveste non viene invece colta da molti esponenti del centrosinistra, sclerotizzati proprio su questa identificazione. Le critiche maggiori nei nostri riguardi vengono proprio da loro: di volta in volta veniamo giudicati partigiani a favore di qualcuno. Alcuni ci hanno tolto quasi il saluto, senza capire che non abbiamo mai lesinato di scherzare su tutti, senza secondi fini. Paradossalmente a sinistra, almeno a Venezia, non sono più abituati alla satira. La politica è vissuta come tifo: o sei con me o contro di me. A noi poco cambia che i politici ci insultino o che ci dicano bravi. Questo atteggiamento fazioso però rischia di diventare un problema enorme per questa città, un ostacolo per costruire un’alternativa a Brugnaro. Una cosa che non può nascere dal conflitto nella città ma nel ripristinare le connessioni all’interno della città stessa”.
Il sindaco ha lanciato l’idea di dar vita ad un Festival nazionale della Satira a Mestre e di affidare a voi l’organizzazione…
“Se è per quello – sorridono Corsato, Massaro e Marchiori – Brugnaro voleva anche entrare a far parte della redazione de Lo Schitto, cosa che ovviamente non potrà succedere. La sua proposta di un Festival ci fa piacere, ma ognuno di noi ha una vita lavorativa e soprattutto famiglie alle quali non vogliamo togliere tempo ulteriore. Insomma, le nostre priorità sono altre: poi se questa idea verrà portata avanti vedremo quale contributo saremo eventualmente in grado di dare. Magari il Festival può essere l’occasione per riempire zone che rimangono vuote, come la nuova Galleria Barcella. Sempre a patto che non sia il Comune a pagare ma chi ha interesse a rivitalizzare la città, a partire dai commercianti. La sua visita all’inaugurazione della nostra mostra ci ha comunque divertiti: una tappa di un percorso che attraversiamo da mesi divertendoci. Ma non per questo, come magari qualcuno sarà pronto a dire, ci condiziona nella nostra libertà di continuare a far satira contro chiunque. Brugnaro compreso”.