Da un po’ di anni Mestre, a parere di diversi cittadini da noi oggi intervistati si sente abbandonata dall’amministrazione comunale guidata da Luigi Brugnaro (dal 31 agosto 2015), che a loro parere si concentra soprattutto sull’isola “acchiappa turisti” di Venezia, invece di sviluppare progetti anche per la terraferma. Un esempio è Happy Friday Mestre, che dopo il successo dell’edizione estiva, torna ad animare la piazza anche per questo autunno. L’idea è quella di tenere i negozi aperti fino alle 23 e di proporre spettacoli e concerti per tutta la piazza dalle 17 in poi. Il progetto in sé avrebbe buone potenzialità per aiutare le attività commerciali di piazza Ferretto a svilupparsi e trovare nuovi clienti, visto che al momento sono in sofferenza a causa di una Piazza Ferretto quasi costantemente vuota e la crisi dilagante che sembra non finire mai. Il problema principale è che questo progetto che sulla carta dovrebbe portare più clienti e più vitalità alla piazza, si risolve in un buco nell’acqua. Se un commerciante volesse proporre un concerto, dovrebbe finanziarlo di tasca propria, smorzando così ogni tipo di rilancio.
La signora T.S. si è lamentata con noi di quanto la piazza stia morendo: da una parte, la causa del fuggi-fuggi generale è causata dagli affitti altissimi che i gestori non riescono più a pagare a causa della crisi; dall’altra, la decisione di Brugnaro di tenere Piazza Ferretto libera da qualsiasi intrusione, come potrebbero essere i mercatini di Natale, perché secondo lui, come riportato su Rete Veneta, la piazza deve rimanere “il salotto buono della città”. Un’affermazione che è costata al sindaco le critiche da parte dei commercianti, che durante quel periodo riuscivano finalmente a respirare e che ora si sono trovati costretti a trovare soluzioni alternative per evitare di perdere lo slancio delle festività.
Tuttavia, non è solo la mancanza di progetti culturali a far storcere il naso agli abitanti. Purtroppo è un problema più ampio con problemi anche di ordine pubblico difficili da gestire, come ad esempio le strade che portano dalla stazione ferroviaria al centro, via Piave e via Cappuccina, sono zone a rischio di notte, a causa della presenza di spacciatori e di quella microcriminalità che ammazza la sviluppo e la ripresa. La situazione è un po’ migliorata con la presenza temporanea della postazione mobile della Polizia di Stato (In Via Cappuccina e al Parco del Piraghetto), ma la sensazione generale di chi vive in zona è ancora di profondo disagio e rabbia. I problemi sono all’ordine del giorno, dal negozio di kebab incendiato alle morti per overdose di eroina killer.
Mestre si ritrova così da un lato sotto la lente d’ingrandimento per i problemi legati all’ordine pubblico e dall’altra da un non piano di sviluppo che stenta a decollare per una mancanza di progettualità. Nei prossimi anni la zona della Stazione cambierà probabilmente forma, con nuovi alberghi e ostelli in procinto di essere costruiti. Di recente ha aperto un nuovo mega ostello in Via Ca’ Marcello in una posizione strategica per arrivare a Venezia in poco tempo. Ma non è finita qui: oltre alla nuova struttura, sempre in zona verranno costruite altre quattro strutture alberghiere per un totale di quasi 2000 posti letto. Saranno davvero una nuova opportunità per la città? Sicurmente per quanto riguarda i posti di lavoro, ma poi a livello di infrastrutture che cosa succederà? Di certo i clienti che arriveranno a Mestre saranno tutti poi diretti verso Venezia, rendendo così Mestre sempre più città dormitorio e Venezia città dal turismo mordi e fuggi con ancora più turisti che si andranno ad aggiungere ai milioni che già sono in città. Pare quindi evidente che il futuro di Mestre e quello di Venezia siano legati in modo profondo e che serva una regia unica per gestire i flussi e lo sviluppo urbano.