Ve lo immaginate? Di primo mattino un sonnecchiato gruppo di cittadini della periferia mestrina sorseggia caffè al bar. Uno di loro, con l’aria soddisfatta di un Charles Bronson nostrano, reduce da un raid di sommaria giustizia, accarezza la mazza da baseball ancora calda e rianima il clima: “Stanote go fato strike de spacciatori”. Striche, in rigoroso dialetto. Applausi. Giro di cappuccini per tutti.
Immaginazione? Sì, ma in salsa istituzionale. Perché ieri, all’ennesimo inning della sua partita contro la delinquenza urbana, il sindaco ha realizzato un colpo magistrale alla Joe di Maggio, il leggendario campione di baseball, per un anno marito di Marilyn Monroe, che era soprannominato Joltin’Joe (Joe che fa sobbalzare) per via della forza con cui era solito colpire la palla.
Lui…joe Brugnaro non la tocca mai piano. Manco a dirlo non ha mancato l’occasione d’oro del sopralluogo, tra Mestre e Marghera, effettuato dalla commissione parlamentare sulle periferie, per dare sfogo alla sua venetta violenta che però oggi è di moda definire trumpista. E una volta giunto al ‘Circus’ di Chirignago, una delle realtà più problematiche del territorio, non ci ha pensato un secondo a fare la sparata da sobbalzo. Offrendo il sogno di una ricetta semplice semplice contro ladri e aggressori:
“Andrebbero distribuite mazze da baseball a tutti. Queste persone vanno cacciate”.
C’è chi sostiene che siano state parole dette tra il serio e il faceto. Nel dubbio, visto che al Circus c’era pure il circo mediatico che le ha fatte rimbalzare, vale la pena dire che si è trattata dell’ennesima dichiarazione pubblica scriteriata, senza controllo e autocontrollo. Come una palla da baseball finita fuori campo, lontana da ogni perimetro di responsabilità.
Se la risposta del sindaco ai delinquenti, provocatoria o meno che sia, dev’essere quella della giustizia fai-da-te e della distribuzione delle mazze al popolo, viene il sospetto di trovarsi non di fronte ad un primo cittadino che è difensore del vivere civile ma ad un fomentatore di violenza senza quartiere. Dal punto di vista del marketing politico l’uscita di Brugnaro è comoda: faccio il Trump a buon mercato e in più scarico altrove (Stato, legislazione, forze dell’ordine) la responsabilità di ogni falla nel contrasto alla delinquenza. Un atteggiamento da ultima spiaggia che ha una potenzialità devastante, che giustifica e incoraggia ogni cittadino che è vittima a diventare carnefice.
Come con i cani antidroga che prendono i pesci piccoli, le mitragliatrici natalizie in piazza Ferretto, le pistole alla Polizia Municipale e la ruspa, simbolo del machismo salviniano, usata per abbattere i cubi di cemento del parco Bissuola e allontanare gli spacciatori, anche con questo episodio Brugnaro dimostra di non saper andare al di là delle armi di distrazione di mazza.
La delinquenza, nella migliore delle ipotesi, la sposta di qualche metro. Tanto casino per nulla, insomma. Anzi, per crearne ancora di più a chi lavora davvero per la legalità, la sicurezza e la prevenzione. Senza riflettori, senza cercare consenso e tra mille difficoltà.