Da ormai due mesi la palazzina della Regione in Campo S. Giacomo dell’Orio è stata occupata dai residenti della zona, con l’intento di fermare la “svendita” del palazzo per creare una nuova, l’ennesima, trattoria nel campo. Precedentemente le associazioni About, Omnia e Il Caicio avevano proposto con anche una petizione di 2000 firme un progetto alla Regione Veneto fin dal 2015 ma la Regione continuò nella trattativa di vendita ripresentandolo all’asta.
Arrivando in Campo S. Giacomo si può notare come tutto intorno ci siano più di una trattoria, un supermercato, una chiesa in fase di ristrutturazione e un piccolo spazio verde con delle panchine. Non vi è quindi la necessità di riportare il palazzo alla vecchia gloria della trattoria “La Vida“, come ha dichiarato di voler fare Alberto Bastianello, fondatore della Pam – Panorama, il quale ha comprato il palazzo per 911mila euro dalla Regione.
La vendita della Vida si è svolta il 25 settembre e i residenti della zona, insieme ad alcuni ragazzi delle associazioni, si sono infiltrati con i funzionari della Regione all’interno del palazzo e da lì non sono più usciti. Ci tengono a precisare che per loro non è un’occupazione, ma una riapertura. Le porte rimangono aperte alle persone curiose e a quelle che entrano per fare qualcosa di utile per il sociale. Dal primo giorno di occupazione, ci sono state diverse manifestazioni sociali, come il Pranzo per la Vida, o la giornata con i bambini che si è conclusa con la facciata ricoperta di abiti.
Nella foto, Riccardo Bermani
Sono andata a scoprire qualcosa di più direttamente sul posto e ho parlato con Riccardo, uno degli attivisti dell’associazione About, che ha risposto a qualche mia domanda sulla loro azione alla Vida.
Prima di tutto: cos’era la Vida prima di diventare uno spazio comune aperto al pubblico?
Nel Settecento è stato un Teatro Anatomico, il più importante insieme a quello di Padova che è ancora integro nella sua struttura. Il palazzo un tempo era completamente diverso, con la struttura di un vero teatro, con gradoni molto ripidi per una visuale ben definita del corpo che veniva studiato. Nel 1800 prese fuoco, venne poi ricostruito ancora come teatro anatomico. Venne poi smantellato e vennero costruiti degli appartamenti ai piani superiori, lasciando solo l’insegna in entrata e due mascheroni all’interno. Nella storia ha visto diversi usi e occupazioni come sede dell’Arcigay, spazio dei Centri socialidi Venezia, trattoria importante e poi uffici e archivio della Regione, il palazzo rimane un valore simbolico per la comunità dii S. Giacomo.
Il campo negli anni 90 era il centro principale dello spaccio di eroina, la pavimentazione era tutta smantellata e rovinata, le panchine tutte rott e non era una bella zona dove vivere. Quindi è bello vedere come negli anni questo campo si sia trasformato in una bella zona adatta ai bambini, e alla condivisone sociale.
Quando e come è scattata la decisione di occupare il palazzo?
Già dal 2015 abbiamo proposto un progetto di collaborazione con la Regione, ente proprietario del bene, insieme alle altre due associazioni, per aprire ulteriormente il palazzo. Prima era usato solamente come sede del dopolavoro regionale, ma era sottoutilizzato, quasi sempre chiuso. La proposta era di aprirlo e creare un centro di documentazione di tradizione e storia veneta e creare una serie di iniziative che valorizzassero il territorio da vari punti di vista, un progetto che alla Regione avrebbe dovuto interessare. C’erano stati vari contatti, si era arrivati quasi alla stesura di una convenzione con l’OCRAD (Organismo Culturale Ricreativo Assistenza Dipendenti Regione Veneto) dopo un dialogo con la parte politica con Corazzari, assessore alla cultura della Regione Veneto. Dall’altra parte il palazzo era stato messo in vendita tra i beni vendibili con una delibera del 2005, quindi il demanio della regione parallelamente procedeva con il tentativo di vendita tramite asta pubblica. Ne hanno fatte un paio che sono fallite, per cui hanno ribassato il prezzo a 800mila e si sono presentati due imprenditori, Bastianello e il proprietario de “IL Muro”. Vince Bastianello ad agosto, chiudendo il rogito il 21 settembre.
Il 25 settembre hanno dato notifica al Ministero e da lì, essendo un bene vincolato, sono scattati 60 giorni per cui le istituzioni pubbliche possono far valere il diritto di prelazione, quindi ricomprarsi il bene. Il piano regolatore del palazzo è SU, quindi adibito a sala riunioni, biblioteca, archivio, mentre il nuovo compratore lo vuole allineare al catasto nella categoria C1, ovvero come trattoria. Questo rimane l’ultimo spazio pubblico nel campo dove permettere ai bambini di giocare, come stanno facendo da quando abbiamo aperto il palazzo. Ed è questo quello che chiediamo alla Regione e al Comune.
Come si sta evolvendo la situazione?
Il 28 di settembre, dopo la decisione della Regione di vendere il palazzo nonostante la raccolta firme, le petizioni, le richieste di incontrare il presidente Zaia, abbiamo deciso di fare questa azione di riappropriazione di questo spazio, che di fatto però è una riapertura e così abbiamo deciso di stilare un calendario di eventi e attività, fatto ogni due settimane. Ognuno può usare lo spazio come vuole, i propri progetti o mettendo a disposizione competenze. Chi vuole può lasciare un’offerta per spese dell’attività.
Quanto hanno partecipato i residenti alla riapertura?
Incredibilmente tantissimo. Qualcuno ha fatto il gesto simbolico della riapertura, ma di fatto se ne parlava già da tempo ed era maturata da tempo la decisione nella comunità di S. Giacomo. Ognuno contribuisce alla gestione degli spazi interni, all’organizzazione degli eventi. C’è chi dorme la notte, ci sono i turni. Non c’è un gruppo ristretto ma si allarga ogni giorno di più. C’è un gruppo Whatsapp, in cui ognuno può essere inserito senza problemi se avesse voglia di aiutare in qualcosa. Questo è uno spazio per la comunità, di tutti. Spazi così non ce ne sono, qui si mette in pratica il concetto dello scambio e della condivisione reale. Non c’è un bar, ognuno se vuole può portare qualcosa da bere o mangiare.
Quali sono le attività presenti?
Le attività fisse sono il cinema per ragazzi e adulti il martedì e la domenica, lo yoga la mattina, lo Staccapanni – uno spazio di scambio di vestiti, l’archivio di S. Giacomo, dove raccogliamo foto, materiale storico interviste che raccontano la storia informale di questa comunità.. Concerti, uno spettacolo di teatro sulla storia del luogo, reading, riunioni, la ludoteca dalle 16:30. Tantissime attività insomma.
C’è speranza?
Altrochè, siamo decisi e sappiamo che possiamo farcela. Andremo in Comune il 23 per una commissione consiliare in cui finalmente ci ascolteranno. La Regione ha risposto, Zaia ha incaricato il vice presidente Forcolin ad incontrarci. Viviamo giorno per giorno fino al 25 novembre, lavorando ad una proposta per il Comune che si rifà agli articoli 117 e 118 della Costituzione, già attuate in altre parti d’Italia che prevede la gestione virtuosa e condivisa dei beni comuni tramite una scrittura di un protocollo di gestione da parte della comunità, seguendo la linea che abbiamo seguito finora durante questa riapertura.
Con il presupposto di riuscire a concludere la trattativa in loro favore, gli occupanti della Vida continuano ad organizzare eventi, ad accogliere tutti quelli che vogliono partecipare o aiutare senza demordere o perdere le speranze, ma anzi, dimostrando che insieme si può fare molto.
Per saperne di più potete scaricare questo documento di approfondimento.