The Black Lips live @ Bronson

Come già preannunciato in un altro articolo, la band americana The Black Lips torna in Italia per il tour del loro ultimo album, Satan’s Graffiti or God’s Art?, prodotto dalla Vice Records nel 2017. Mercoledì 16 si è tenuto il loro live al Bronson – Ravenna.

Come già preannunciato in un altro articolo, la band americana The Black Lips torna in Italia per il tour del loro ultimo album, Satan’s Graffiti or God’s Art?, prodotto dalla Vice Records nel 2017. Mercoledì 16 si è tenuto il loro live al Bronson – Ravenna.
Nonostante il tempo variabile che ha rallentato la velocità per strada, l’arrivo a Ravenna è stato molto tranquillo. Il locale si trova più precisamente a Madonna sull’Albero, vicino alla statale, facilmente raggiungibile. Prima della band, hanno suonato i Drive Me Dead al Bronson Cafè, una band romagnola dal sound grunge, garage rock. Dopo questo riscaldamento musicale, il pubblico si è spostato all’interno in attesa dei Black Lips.

Cosa dire del concerto? Una figata pazzesca. Non si tratta di ricercatezza e sperimentazione a livello scenografico, musicale, ma si tratta più di quel tipo di concerto che ti aspetteresti da una band al primo album, alle prime esperienze musicali, alla prima volta insomma. Loro invece, nonostante gli anni di esperienza, di album e musica, sono riusciti a ricreare un’esperienza da prima volta con un pubblico il delirio e affezionato. In prima fila ci sono Cole Alexander (voce, chitarra ritmica), Jared Swilley (voce, basso), Zumi Rosow (sax e voce), Jack Hines (chitarra); mentre dietro c’è Oakley Munson con la batteria, ma non per questo meno visibile. Una chioma di ricci invidiabile, dal sapore Seventies.
La band ha alternato pezzi nuovi dell’ultimo album, come Can’t hold on, a pezzi vecchi come Crystal night, Modern Art, Family Tree. Nonostante la grande richiesta del pubblico, l’unico pezzo che molti aspettavano con impazienza, Bad kids, non è stato fatto. A meno che qualche gentil donzella non avesse lanciato sul palco un paio di mutande. Ma l’unica cosa che si è vista volare durante la serata è stata carta igienica, il loro biglietto da visita che li distingue dalle altre band.

Come anticipano già gli album, la band è composta da persone dall’apparenza normale, particolare, classico stereotipo da musicista. Arrivando da uno stato del sud degli USA, l’abbigliamento è così stereotipato da essere quasi scontato, ma è un componente che si aggiunge alla loro follia latente, palese nella loro musica caotica, punk, irriverente e sboccata. Infatti è così che si potrebbe definire un loro live: folle, caotico, punk, irriverente e sboccato. Con il pubblico giusto, il pogo giusto e la birra giusta, è il modo migliore per passare un mercoledì sera, che altrimenti sarebbe stato banale e noioso.
Foto di Francesca Vanin

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