Avviciniamento a Venezia72:
Mancano ancora pochi giorni alla presentazione ufficiale dell’imminnente edizione di Venezia72 e i rumors intanto continuano. Noi come ogni anno saremo al Lido di Venezia e continuerà la nostra collaborazione con il portale Badtaste.it.
Quest’anno i nostri inviati fotografi saranno Alessio Costantino e Caterina de Zottis: su Positive Magazine International e Italy tutte le foto dal Red Carpet, dal Photo Call e tantissime altre esclusive.
Tornando al programma del festival, i tre registi italiani già dati per confermati da più fonti saranno Bellocchio, Guadagnino e Messina. Bellocchio, uno dei frequentatori del Red Carpet del Lido di Venezia sbarcherà in laguna con Sangue del mio sangue e nel cast ci saranno Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Lidiya Liberman, Filippo Timi, Alba Rohrwacher. L’attrice italiana torna a Venezia dopo l’exploit dello scorso anno, protagonista del film Hungry Hearts e vincitrice della Coppa Volpi come miglior attrice. Il film sarà in sala il 10 settembre, distribuito da 01.
Luca Guadagnino, a Venezia il suo esordio lo aveva fatto nel 1999 con The Protagonist e tornerà con un super cast: il suo A Bigger Splash, un racconto d’amore e suspense che vede nel cast Ralph Fiennes, Tilda Swinton, Matthias Schoenaerts e Dakota Johnson.
Chi farà il suo esordio al festival diretto da Barbera sarà Piero Messina, con “L’attesa”, nel cast l’attrice Juliette Binoche e Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto. Il film è una co-produzione Indigo e Medusa.Fuori dai giochi, (almeno secondo le voci di corridoio) il film “La corrispondenza” di Giuseppe Tornatore e “Suburra” di Stefano Sollima.
Ma l’attesa quella vera sarà lo scoprire i big di questa edzione, forse l’ultima da direttore per Alberto Barbera, tornato in laguna dopo l’addio di Muller. I nomi che circolano sono di primo piano e bisognerà vedere chi tra Venezia e Toronto riuscirà a spuntarla. Già si parla di Quentin Tarantino con The Hateful Eight, Ridley Scott (amico di Barbera) con The Martian e il mostro sacro Steven Spilberg (meno probabile) con Bridge of Spies.
Tra gli altri nomi si parla di Gulliermo del Toro con Crimson Peak e Scott Cooper con Black Mass. Insomma il menù è sicuramente ricco, bisognerà vedere ora come i giochi incrociati tra produzioni, attori, registi e distribuzione funzioneranno: non ci resta che aspettare il 29 luglio per saperne di più.
In uscita non dimentichiamoci anche di altri nomi importanti, già noti al red carpet del Lido: Hamony Korine, che fece impazzire una marea di adolescenti che invasero il Lido per vedere Spring Breakers ha in cantiere un titolo assai interessante: The Trap, ma le quotazioni sono molto basse, anche perché il film è ancora un cantiere aperto.
Un titolo che potrebbe far felice i fotografi è sicuramente The last face, diretto dal 2 volte premio oscar Sean Penn, con Charlize Theron e Javier Bardem.
Intanto qualche settimana fa è stato presentato il manifesto ufficiale di questa 72 esima edizione: disegnato da Simone Massi (come nei 4 anni precedenti) ci offre una figura femmilile che richiama Natassja Kinski, una delle icone del cinema degli anni ’80. Il film che viene velatamente richiamato potrebbe essere “Paris, Texas del regista Wim Wenders (che ha presentato a Berlino lo scorso febbraio il suo nuovo film “Every thing will be fine”, con James Franco e Charlotte Gainsbourg). In secondo piano torna il protagonista del manifesto dello scorso anno, ovvero un richiamo all’inquadratura dei 400 colpi di François Truffaut.
Per chiudere questo avvicinamento a Venezia, nel nuovo consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia arriva, come previsto dal regolamento il neo Sindaco Luigi Brugnaro, con la carica di vicepresidente. Sostiuisce il Commissario Prefettizio Zappalorto, arrivato dopo il terremoto politico che ha colpito Venezia lo scorso anno con le dimissioni dell’allora Sindaco Giorgio Orsoni. Con la nuova amministrazione si spera finalmente, una volta per tutte di ritornare a parlare del Palazzo del Cinema come risorsa e far sparire quell’orribile buco che ogni anno ci ricorda quanti soldi sono stati buttati via, oltre alla terribile figura internazionale che Venezia e il suo festival, se vuole rimanere competitivo con Cannes e Toronto, non può sopportare un giorno di più.